UN CUORE DIVISO

di

Maricel Mayor Marsán

 

per

 

Max E. Figueroa Esteva, Ph.D.

 

Traduzione di

Emilio Coco & Sandra Nobili

 

Edizione di Emilio Coco (Luglio 2003 / Bari, Italia)

 I «QUADERNI DELLA VALLE» No. 47


 

 

 

 

     Chi la conosce personalmente, sa che la sua dolcezza è autentica ma non bisogna lasciarsi ingannare dalla sua voce estremamente dolce o dalla sua stranamente tranquilla andatura: dietro l’ingannevole quiete c’è uno spirito vulcanico col suo fumo costante e minaccioso, un geyser in permanente ebollizione.

     Ce lo aveva dimostrato già prima, nelle sue raccolte poetiche pubblicate tra il 1975 e il 1986. Ma adesso, con più matura e quindi più dolorosa lacerazione, dopo dodici anni di relativo silenzio (relativo, perché ha continuato a pubblicare in riviste letterarie), Maricel Mayor Marsán si presenta a noi offrendoci una stessa e insieme rinnovata e rigorosa poesia.

  Animale poetico e politico allo stesso tempo, amante ed amica, donna e persona, cubana e americana (si intendano “persona” e “americana” nei loro significati più ampi e generosi, al di sopra delle determinazioni generiche e nazionali), l’autrice non teme le responsabilità dell’impegno –che in lei è vitale e non prettamente politico– né soccombe alle terribili grettezze manichee.

  Al contrario, senza premeditazione né malafede, pur se con la sempre e pericolosa aggravante dell’elemento notturno (“Io ho due patrie: Cuba e la notte”, potrebbe dire anche lei), ci invita a vederla e a giudicarla così com’è.

  Maricel è tornata. È tornata da una visita alla sala dei miraggi. Lei adesso sa.

  Lei adesso sa,  padrona sicura  della sua piena maturità, che non ci sono ricette né strade facili e già tracciate. Che a volte non s’intravede nemmeno il cammino. E tuttavia se si sa cercare e perseverare, si finisce per scorgerlo, o meglio ancora, esso si apre a poco a poco al nostro passare.

  La sua principale saggezza consiste precisamente in questo: alla fine del cammino ci sono solo nuovi cammini.

  Cammini che noi stessi, individualmente e collettivamente, dobbiamo tracciare e che solo allora avremo il diritto di iniziare a percorrere.

  E proprio a questo ci invita, vicina e lontana, amichevole e austera insieme, Maricel Mayor Marsán: a camminare.

  Camminare uniti nella differenza, senza mai sacrificare niente di noi per gli altri. Come, del resto, dovrebbe avvenire in ogni vera collettività, costituita solo da individui veramente liberi, veramente pieni e veramente responsabili.

 

 MAX E. FIGUEROA ESTEVA, PH.D.

 Università di Sonora

 Hermosillo, Messico

  

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